AAA. cultura italiana cercasi? Trovata! E' in veste e forma della quintessenza dell'arte, il teatro...
L'occasione per celebrare ancora una volta il pluriforme volto e i molteplici aspetti del caleidoscopico estro del Belpaese sono dati da un evento da cerchiare sul calendario e segnare sui taccuini...
Mercoledì 24 settembre all'Istituto Italiano di Cultura la giornata ha in calendario ben due eventi: la presentazione di tre testi Canon of European Drama, The Edinburgh Companion to Samuel Beckett and the Arts e European Modern Tragedy, condotte dai padroni di casa d'eccellenza che per l'evento sono i professori Christian Biet e SE Gontarski, e Annamaria Cascietta a cui si susseguiranno lectures tratte dai testi Happy Days di Samuel Becket, Antigone di Sophocle e Maria alla croce, interpretate dell'attrice e drammaturgaLaura Curino.
Diana Del Monte, organizzatrice e curatrice dell'intero evento fa sapere che la performance è legata al semestre di Presidenza dell'Italiana in Europa: l'obbiettivo è porre l'enfasi sull'inportanza che durante i secoli ha assunto il contributo dell'Italia per il forgiarsi del melting pot che oggi chiamiamo Europa, e che si nutre della tradizione ancora fiorente nel nostro paese: l'antichità dell'epoca romana, il cristianesimo, il Rinascimento e l'Età dell'Illuminismo.
Il Contributo italiano al progetto dell'Unione europea è stato significativo: Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi furono tra i fondatori e nel 1957 fu firmato il trattato per definire la Comunità economica europea che prese vita ufficialmente come Comunità, o mercato comune, mentre nel 2004, 25 capi di Stato e di governo hanno firmato il trattato che istituisce la Costituzione europea come risultato di un lungo processo di integrazione desiderato così tanto da tutti noi.
Non vi poteva essere una coincidenza migliore rispetto al semestre italiano dell'Unione europea Presidenza per discorrere di teatro e l'Europa.
Durante le presentazioni dei testi riusciremo a comprendere l'importanza focale del teatro per la cultura italiana e mondiale...
Teatro dal vivo è l'espressione più "pubblica" tra le arti. Teatro è la parola condivisa all'interno di una Comunità per la raccolta dei momenti decisivi del suo tempo, che si organizzano in spaccati di ricerca di significati, essendo essa il momento di festa, intesa come incontro, intrattenimento, momento di riflessione, previsto in passato dai calendari civili e religiose, o il tempo della celebrazione, in tempi moderni.
Dall'antica Grecia, presso l'Acropoli di Atene, al Globe di Shakespeare a Londra, le comunità di spettatori attivi e parteciti si riuniscono per pensare, liberare le emozioni, specchiarsi, leggere il presente alla luce della sua storia e per essere pronti a cambiare ciò che non va.
L'arte diventa il luogo riparato dove incontrarsi, seppur separati essendo proiettati nella realtà.
Durante le lectures capiremo in cosa consiste l'anima del Teatro: fluttueremo in un rapporto fisico, immersi tra parole, corpi, movimenti reali capaci di valicare i limiti di tempi e spazi in cui al pubblico è sempre più chiesto di prendere parte ed assumere posizione chiara, come nelle forme di teatro immersivo.
Il teatro è un mezzo straordinario per conoscere l'un l'altro, di incontrarsi, di entrare in sinergia, per integrare preservare le identità e differenze, per trovare un terreno comune sulla base di una forte e emozioni condivise, di incontri liberi e dibattiti pacifici.
Si parlerà molto dell'Europa legata al testo Canome di dramma europeo...
L'Europa è prima di tutto un'idea e un'identità sviluppata nel corso dei secoli, un melting pot culturale derivante dalla miscela di diverse tradizioni antiche, costanti nel tempo.
Tali tradizioni sono diventate roccaforti e dei valori che costituiscono il patrimonio europeo: umana diritti, la certezza del diritto, delle istituzioni democratiche e libero pensiero indipendente.
Tuttavia, l'Europa è oggi soprattutto un obiettivo politico: siamo ancora in attesa della costituzione e della creazione di un governo. Dopo la seconda guerra mondiale, principalmente a garantire la pace, l'Europa è diventata la nuova frontiera da raggiungere. La sua creazione è iniziata, passo dopo passo, fasi di avanzamento rapidi e brusche frenate.
E' fondamentale dunque considerazione, organizzare ed esprimere in modo efficace il quadro del valori fondamentali della cultura europea, in cui ci relazioniamo, interagiscono e fluiscono gli uni negli altri al fine di costruire una casa comune.
Ancora la curatrice Diana Del Monte ci invita ad assistere alla performance considerando che ben di rado si può assistere a qualche Cosa di meglio di teatro?
Da tale questione è sorta l'idea per la serie Canone del Drama europeo: testi, critica saggi, di successo messa in scena di alcune delle opere fondamentali del teatro europeo. Infatti il Canone comprende i testi in cui i paesi europei hanno veicolato pensieri, valori, tecniche e parole coltivate al loro interno, e che hanno rappresentato il loro spirito, testi deputati a per creare un tessuto comune e riconosciuti come tali...
Testi da tenere a mente e sfogliare non come una serie di norme o modelli, ma che, nel tempo, hanno rappresentato linfa vitale, stimolo e spronato gli animi ad acquisire cultura concentrata, impermeate anche di contrasti e lotte, da vivere sull'orlo di un orizzonte comune.
Le lectures ci trasmetteranno dunque cosa significa significa una tradizione viva, un criterio didattico indicativo, mobile e relativo, soggetta a un continuo processo di convalida: il Teatro come forma di eccelsa di patrimonio dell'Umanità tramite cui esercitare scelte per lo sviluppo attivo.
Teniamo pronti dunque ad esser proiettati in un viaggio lungo il quale scopriremo che il canone è un modo, una via autentica per noi di essere consapevoli di ciò che ha unito o avrebbe potuto unire l'Europa, di quello che potrebbe essere mixato con altre culture, in questo mondo globalizzato in cui e di cui siamo tutti chiamati in causa ad intervenire perchè direttamente responsabilmente dell'edificazione.
Volendo fare una rapida carrellata di tematiche affrontate delle quali ascolteremo le lecture sono davvero molte...
Il primo punto è la passione occidentale per le prestazioni. Questo tema è oggi arrivato torna alla ribalta a causa dei contatti e gli scambi tra la nostra tradizione culturale, sulla base di immagini e corpi, e di altre tradizioni culturali senza immagini e corpi.
Qual è il rapporto di prestazione con la realtà e la verità?
Pirandello, per esempio, in Sei personaggi in cerca d'autore, ha riconosciuto l'importanza di una tale domanda. L'autore rifiuta i personaggi perché la retorica delle loro storie non ha fatto convincerlo. I personaggi rifiutano l'interpretazione attori perché i loro luoghi comuni e ruoli fissi non li rappresentano. C'è bisogno di autenticità e di verità. L'esecutore autore-attore ha di andare in profondità e colpire le corde più intime della sua condizione come uomo e come uomo sociale.
Egli deve andare al suo cuore per suscitare e rivelare la sua umanità attraverso il personaggio.
Il secondo tema rilevante è il valore della persona, la sua dignità, la propria affermazione. Nel corso dei secoli la cultura teatrale europea si è soffermata con forza questo aspetto attraverso la creazione del carattere dei soggetti.
Nel Faust di Goethe si ha il punto nodale della conoscenza, in Hernani di Victor Hugo, l'elemento preponderante è l'onore per il 19 ° secolo, nel Peer Gynt di Ibsen il tentativo di raggiungere la sua identità in antitesi alla mancanza di cultura.
La farà da padrone un terzo tema portante: la critica e l'opposizione al Potere espresso attraverso dittature, forme di abuso, incertezza del diritto, mancanza di giustizia e violenza.
Tutte tematiche care al Merope di Scipione Maffei, testo italiano che anticipa Voltaire e Alfieri, parlando di come mezzi subdoli di dissimulazione possano celare alcuni "misterioso forme di consenso ".
Il altro tema caldo è la realizzazione impegnativo e difficile della coscienza del limite.
Questo ha permeato la tragedia dall'antica Greci fino a quella moderna europea: l'esistenza ha insita in sé una contraddizione insanabile, una distanza irriducibile che si traduce in una via di mezzo tra il limite che costituisce la finitezza dell'uomo e la sua passione sviscerale, di cui è pervaso, infinita per natura.
Coglieremo come la Passione sia destabilizzante ed ambivalente, gioca sul doppio: spinge l'umanità verso tutto quanto sia rilevante ma pericoloso, trasparente ed oscuro, il Bene ed il Male... nella costruzione del sé che muove l'umanità nel tempo.
La trasgressione ci porta costantemente in bilico su questo limite...
La voce del teatro ben identifica queste continue contraddizioni: identità, la razionalità , la logica le istituzioni e le relazioni sociali, tutto quel che e' coerente e logico viene costantemente minacciato da probabilita', incertezze e caos... vere e proprie espressioni di fragilità di valori che hanno stato sviluppato e realizzato.
Violenza, aggressione e repressione: tutto giace nel sottobosco dell'esistenza Umana, pronto ad esplodere e frantumarsi... Questo il messaggio inquietante che troviamo nel La Cantatrice calva di Ionesco.
La performance secondo i canoni scelti dall'organizzatrice Diana Del Monte non poteva che terminare concentrandosi sul tema delle pari opportunità tra uomo e donna.
L'uguaglianza di genere oggi è considerato un fondamentale tema per il quadro dei valori acquisiti dalla cultura europea e per la sua ricchezza per progetti futuri e modelli positivi, che prende forma attraverso la specificità del punto di vista femminile...
La chikka finale della piece teatrale ci regalerà perle su come dagli studi sociali, a quelli economici e legali, la presenza delle donne nella società, nel lavoro, sia sempre piu volano di riferimento per valori diversi, come la cura e attenzione verso gli altri, minor aggressività e competitività, meno egoismo e più compassione, avendo la capacità di ascoltare, immedesimarsi nelle problematiche altrui esser empatiche per natura...
Piuttosto che essere una questione femminista, la riflessione sarà sul progressivo affermarsi del differente punto di vista donne, un elemento di prezioso, inestimabile, imparegiabile valore aggiunto.
Tutto questo e molto altro emergerà tutto durante le recite cui assisteremo...
Antigone, Dido, Margherita, Minna, Marguerite Gauthier, Violaine, Solveig, Nora, Winnie, sono le eroine teatrali per eccellenza...
Non è un caso che Europa nella mitologia fosse una donna corteggiata da Zeus in forma di toro e portata via da lui...
E'davvero giunta l'ora di riportarla a casa...
A margine della piece teatrale l'organizzatric e curatrice di tutta la performance, Diana Del Monte ha gentilmente concesso un intervista ad i-Italy, conducendoci nei meandri da labirinto della favola teatrale...
Il teatro è l'arte Viva per eccellenza. Come può rappresentare la vita che ci circonda e pervade? Emozioni, pulsioni, riflessioni che il teatro sa ridestare sono insite in noi. Quale è la forza del Teatro?
Ti rispondo a queste due domande citanto la Prof.ssa Cascetta, che interverrà all'evento di mercoledi: "Il teatro è parola partecipata in una comunità che si raduna volontariamente nei momenti forti del suo tempo, è il tempo della ricerca del senso. Fin dai tempi dell’antica Grecia, sull’acropoli di Atene, o dai tempi di Shakespeare al Globe di Londra, una comunità di spettatori attivi si raduna per riflettere, emozionarsi, specchiarsi, leggere il presente alla luce della sua storia e dei suoi fondamenti, progettare il cambiamento. Il teatro è una comunità che si raduna nel recinto protetto dell’ arte, separato, ma proiettato sulla realtà".
Uno dei temi caldi di cui ascolteremo recitare sarà la parità di genere, la vera o presunta uguaglianza dei sessi, altra denuncia-rivelazione del teatro odierno sulle opportunità alla Scalata sociale date senza vincoli di sesso...
Non è un caso se abbiamo invitato Laura Curino. Laura, oltre ad essere un'artista straordinaria, uno di quei nomi che sono già entrati nella storia del teatro italiano, è una donna e una donna la cui carriera esprime benissimo alcuni dei concetti che verranno trattati durante la conferenza. Non è un caso neanche che Laura (e noi con lei) abbia scelto un montaggio di voci femminili che vengono dalla tradizione del nostro teatro: Antigone, Winnie e Maria. Non è una questione femminista, ma è l’emergere progressivo della differenza dello sguardo femminile; per questo parliamo della pari dignità uomo-donna e della peculiarità dello sguardo femminile, che è stato provato essere regolato da valori, principi e priorità proprie. Ho sentito questa frase innumerevoli volte, e quindi mi permetto di citare Yvonne Galligan: non a caso Europa è nel mito una donna rapita da Giove-toro. E’ ora di riportarla a casa.
Puoi tracciare le principali somiglianze, e di conseguenza le differenze piu importanti, tra il teatro europeo e quello statunitense?
Come ti ho accennato all'inizio, non riesco a pensare all'arte teatrale, ma neanche all'arte in genere, come all'espressione di un singolo, anche se si tratta della manifestazione di un genio. Di conseguenza, che sia in sintonia o in contrapposizione con il contesto, l'arte per me è e resta l'essenza di uno specifico gruppo, o sottogruppo, che vive quel particolare momento storico, in un luogo specifico, regolato (in maniera esplicita o meno) da leggi, valori, credo, abitudini, paure etc etc. Questa complessa e irripetibile combinazione è poi veicolata dalla sensibilità dell'artista che agisce come una sorta di antenna privilegiata inserita nel contesto, diventandone anche interprete. Quindi, semplicisticamente, direi che sono le stesse differenze e somiglianze che caratterizzano le societa che li producono.
Una commedia e una tragedia italiane per cui i newyorkesi impazziscono ed una che invece non andrebbero mai a vedere...
Due commedie, due musicals nello specifico, che hanno avuto molto successo qui sono state Rugantino - mi riferisco allo spettacolo del 1964, celebrato poi nel 2014 dalla versione con Enrico Brignano (ma purtroppo io non ero qui e non ho potuto seguire molto questo ritorno) e Nine di Mario Fratti (ma tutto il lavoro di Mario è apprezzato). Una tragedia che non mi sarei mai aspettata avesse successo, ma fortunatamente l'ha avuto, è stata l'Antigone dei Motus: si tratta di una rilettura in tre parti, con una quarta "Alexis" che non utilizza direttamente il testo sofocleo ma ne viene ispirata, che fa parte del cosiddetto "teatro performativo". Uno dei tre capitoli, Too Late! è stato portato al Festival Under the Radar nel gennaio del 2011 e poi la compagnia, grazie al successo ottenuto, è tornata con gli altri capitoli; attraverso queste performance, Casagrande e Nicolò hanno conosciuto e collaborato con il Living Theatre di Judith Malina, producendo una performance, e ora stanno pianificando di tornare a dicembre al LaMama con il nuovo lavoro.
Cosa i newyorkesi non vedrebbero mai? Non ne ho idea, la varietà sia di offerta che di pubblico qui è tale che non credo esista qualcosa del genere. L'importante è fare un buon lavoro di contestualizzazione e, poi, di promozione ... i newyorkesi mi stupiscono sempre.
Altro tema toccante della performance che andremo ad ascoltare è l'individualismo, affrontato nel Faust di Goethe, nel Hernani di Victor Hugo, come specchio della società del passato... Lo stesso individualismo lo riscontriamo come "aspetto" davvero imperante in questo periodo storico... Come si rapporta la società newyorkese a questo che rischia di divenire un valore?
Interessante. L'individualismo è uno dei temi che ti ha colpito di più nella presentazione? Se leggiamo l'individualismo nella sua accezione peggiorativa, ossia come affermazione del singolo al di sopra del bene comune, è decisamente un pericolo; tuttavia, il tema dell'individuo, in questo caso, ha un tono... direi più positivista, nel senso che non si sottrae valore alla comunità, ma si costruisce il senso di comunità dando valore e unicità al singolo. È, per certi versi, lo stesso principio dei diritti umani, andiamo a salvaguardare i diritti dei singoli per salvaguardare un'idea di società.
L'Europa è un'idea, ed è un'idea nata da una pluralità di voci e tradizioni, non è sopprimendo che otteniamo unità e ricchezza. L'arte, e l'arte del teatro e della danza in particolare, è un mezzo perfetto in questa direzione perché è in grado di far sentire ognuno quell'essere unico che è e, allo stesso tempo, aprire una profonda connessione tra noi e gli altri.
Il teatro è coscienza partecipata, ci rende unici, e dunque importanti in quanto tali, ma allo stesso tempo profondamente interconnessi. Parte integrante di questo discorso, però, sono due dei punti che andremo ad affrontare anche durante la conferenza, perché presenti nel teatro europeo ossia "la faticosa e difficile conquista della coscienza del limite" e " la fragilità dei valori elaborati e conquistati".
Per quanto riguarda New York nello specifico, invece, tutti sanno come l'individualismo sia al centro della vita di questa città, nonché uno degli aspetti più duri da affrontare per chi si trasferisce qui. Tuttavia, io ero qui durante l'uragano Sandy... e sono rimasta felicemente stupita del senso di appartenenza e della partecipazione della cittadinanza di fronte al pericolo.
Dittature, forme di abusi, brogli legali, carenza di giustizia a violenze varie... La performance assume davvero caratteri di denuncia sociale ad ogni forma di violazione dei diritti umani...
Quando la Politica, Res Publica, è debole e non sa dare risposte adeguate ai bisogni espressi della società, il teatro è testimone, sentinella, bandiera, veicolo di giustizia?
Penso di averti gia risposto. Il teatro, ed i suoi artisti, sono cio che devono essere in quel preciso contesto. Con il plusvalore, come si direbbe in economia, dell'accentuata sensibilità artistica.
Incertezze sul futuro, tagli e perdite del lavoro, recessione: sono gli effetti della crisi economica che nel 2014 morde più che mai...
Come reagisce il Teatro a tutto ciò?
Va bene, anche se non é educato, lo dico: la prossima persona che affarma che l'arte, o la cultura, non paga... Mordo io.
Sicuramente non paga, o paga poco, l'artista emergente che si affaccia alla carriera artistica, o il performer di nicchia, ma se guardiamo all'arte ed alla cultura in maniera più ampia, in relazione ad un'intera società o all'economia di un paese, allora l'arte paga e molto...
Quando si parla di ritorno economico, si considera sempre ed esclusivamente il ritorno diretto, come i biglietti venduti, i libri acquistati, etc etc... Al massimo si parla di indotto, rivolgendosi ad esempio al turismo. Perfetto! Nulla di male in tutto questo, ma non è solo questo.
L'immagine culturale di un paese lavora a favore di tutti i cittadini e le imprese che producono sotto quella bandiera. Io continuo a vedere gente che ama, apprezza e soprattutto compra tutto cio che è italiano, perché italiano. Questo dipenda dalle quattro gocce di petrolio nel Mediterraneo o dalle banche? Gli americani vogliono imparare la nostra lingua perché Marchionne ha comprato la General Motors? I cosiddetti, e tanto apprezzati, "gusto" e "creatività" degli italiani sono frutto della nostra cultura, dalla nostra arte e siamo conosciuti e rispettati per questo.
La mia sensazione è che l'Italia possieda un "brand", e uso un termine legato al marketing solo per dare il senso del potere economico del settore, milionario se lo lasci semplicemente morire...
Come reagisce il teatro? Gli artisti fanno gli artisti e creano... faticosamente, ma creano. Alcuni partono, altri restano e si reinventano ogni giorno; d'altra parte non è mai esistito un periodo storico, per quanto difficile, totalmente privo d'arte.