La nevicata memorabile di Olivio Romanini

Mattia Ronsisvalle (December 04, 2018)
Olivio Romanini, giornalista e scrittore, ha presentato il suo nuovo libro dal titolo "Una nevicata memorabile" in contesto veramente speciale. Tra i tavolini del locale Piccolo Cafe dell'Upper West Side di Manhattan. Il libro, scritto in forma epistolare, racconta di un viaggio tra l'Italia e gli Stati Uniti, passando per una casetta innevata, il momento legato all'elezione, sorpresa per molti, del Presidente Donald Trump. A parlare con lui nel locale Francesca di Matteo e Michele Casadei Massari

Olivio Romanini, giornalista e scrittore italiano, lavora presso il Corriere della Sera ed è caporedattore della sezione bolognese del Corriere della Sera.

Di origine parmigiana, ma cresciuto a Bologna, "ha calcio nel cuore", cosi ci dice.

Da poco più di un mese è uscito il suo libro intitolato “Una nevicata memorabile” edito da Minerva. Ma questa volta non parla di calcio.

Il tour promozionale lo ha condotto in giro per l’Italia, ma data la tematica e l’amore per la città di New York, Romanini ha presentato il suo ultimo lavoro anche al Piccolo Cafè di Manhattan.

Nel libro infatti viene raccontato un viaggio che si conclude proprio in questo locale dell'Upper West Side, nel corso delle presidenziali americane e delle registrazioni della  trasmissione radiofonica italiana, “Caterpillar”.

Romanini ci confida di amare profondamente New York. Ormai non conta neanche più le volte in cui è venuto. Il clima della Grande Mela lo travolge in maniera positiva. Probabilmente viene proprio da New York la maggiore ispirazione per il suo ultimo lavoro.

Nel libro racconta di un viaggio per gli Stati Uniti rincorrendo le  "Presidenziali Americane".

Si tratta di una storia narrativa dove, ci racconta Romanini, "E- presente anche una storia intima, personale che inizia con una 'nevicata memorabile' che ferma e costringe il protagonista (signor Manfredi)  a fermarsi in un posto di montagna in cui rimane intrappolato.”

Ma non chiamatelo romanzo - dice l'autore -  è un vero e proprio viaggio quello di Manfredi che si snonda su due itinerari: quello intrapreso negli Stati Uniti nell’autunno del 2016 per seguire le elezioni presidenziali americane e una forzata permanenza in una casa di collina isolata e ricoperta di neve dopo un’eccezionale precipitazione (la neve, una delle passioni di Manfredi e dello stesso autore) che lo costringe a fermarsi, e quindi pensare e ripensare, ebbene sì, quale sia la direzione giusta da prendere nella vita: andare incontro esclusivamente ai sogni o a una vita giusta e autentica, ma necessariamente regolare?

C’è tanto di Romanini all’interno del suo personaggio, il confine è labile, le sfumature sono richiamo l’uno per l’altro.

Per l’appunto Pietro, Giulia ed Emma, figli di Romanini, sono anche i destinatari delle lettere scritte da Manfredi. Infatti l'autore ha usato la forma epistolare in questo suo lavoro, e ha scritto ai suoi figi. La struttura delle lettere non è casuale, come ci racconta l’autore: “Cercavo di spiegare ai miei figli un qualcosa, ma come al solito nessuno dei tre mi filava, così ho pensato che se scrivevo prima o poi mi avrebbero capito e ascoltato, e così nasce l’idea delle lettere.”

Un legame quello di Romanini, ed anche di Manfredi, con la famiglia davvero forte.

Alla presentazione la moglie, Emanuela Ocello e i suoi pargoletti citati in alto prima, erano fieri di essere lì a supportare lo scrittore come il marito e il  padre.

Nelle centoventi pagine del libro si parla di Hilary Clinton, di cui Manfredi vede un murale con scritto “sometimes the king is a woman", e di Donald Trump con ironia e divertimento.

Ma c’è spazio anche per le altre metropoli oltre New York come Miami, Washington e Philadelphia.

Senza dimenticare l’indagine introspettiva nella casa di collina bloccata dalla neve: sogni giovanili, libri, dischi, film e tutto quanto fa educazione culturale e sentimentale.

“Il libro nasce inizialmente come report giornalistico sulla base del viaggio che avevo intrapreso, poi con anche l’aiuto di Manfredi” - ha detto Romanini nel corso della presentazione – “si è trasformato in un qualcosa di più, un’eredità da comunicare ai lettori ed ai figli attraverso l’uso delle lettere.”

“Spero che i lettori si riconoscano all’interno di questo libro attraverso le esperienze e le similitudine tra la vita di Manfredi e le loro, sarebbe una grande soddisfazione”.

E in fondo, come dice Charles Finch, “Le due cose più belle, l’amore e la neve,  fanno sì che si guardi il mondo con occhi di nuovi puri.”
 

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