Civiltà delle macchine. Tra filosofia della mente e intelligenza artificiale
Albert Einstein diceva “I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti. L'insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.”
Dopo un silenzio durato quarant’anni, si è tenuto infatti, al Consolato Generale d’Italia di New York, il rilancio della rivista “Civiltà delle macchine”. Un progetto editoriale presentato dalla Fondazione Leonardo, sotto la direzione editoriale di Peppino Caldarola.
Fondata nel ’53 da Leonardo Sinisgalli, e in attività sino al ’79, la rivista “Civiltà delle macchine” si è sempre distinta per la peculiarità dei suoi temi, integrando alla perfezione umanesimo, tecnica ed arte. Lo ha fatto sempre offrendo la possibilità di leggere l'una con la visione dell'altra e viceversa.
La Civiltà delle macchine ha visto negli anni della sua prima vita la collaborazione di note personalità del panorama culturale italiano, come Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Gadda, Alberto Moravia e tanti altri.
Oggi questa rivista rinasce con la necessità di unire, come fatto in passato, l’umanesimo, nel segno dell’eredità di Leonardo da Vinci, ai nuovi temi che investono la civiltà del XXI secolo quali la robotica, l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione. “Creare un nuovo umanesimo industriale” questo lo slogan del CEO di Leonardo S.p.a, Alessandro Profumo. Parole che esprimono bene lo scopo principale della Fondazione Leonardo.
Lo stesso editore, Peppino Caldarola ci spiega: “Non bisogna pensare che questa sia una rivista seria o che si occupa di “cose seriose”. C’è un rapporto fra calcio, sport e scienza? Si, e ce lo spiega nel secondo numero Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli e allenatore dell’italvolley femminile”
L’evento nella prima sede istituzionale di New York è stato aperto dall’Ambasciatore Armando Varricchio, che ha voluto evidenziare come la Fondazione Leonardo e la rivista ‘Civiltà della Macchine’ costituiscano un legame tra passato e futuro, mettendo la dimensione umana al centro degli sviluppi tecnologici di cui siamo testimoni.
Sono intervenuti, sul tema della rivoluzione digitale, altre figure di spicco come Marco Leona, fondatore del dipartimento scientifico del Metropolitan Museum che ha illustrato il suo lavoro ed il giornalista e conduttore John Batchelor.
L’evento si è concluso con una affascinante carrellata di copertine artistiche della rivista, pubblicate negli anni ’50.
Per saperne di più, consultare la nuova rivista qui sito.
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