Al Gore lancia a Roma Current TV Italia
Al Gore a Roma. Tutto il resto (i come, i dove, i perché) passa in secondo piano. Capita raramente di assistere ad una situazione che porta in sé il germe di una contraddizione culturale tanto marcata.
Al Gore, si presenta – in orario – all'Ambra Jovinelli, pronto a presentare non solo il suo prodotto Current Tv ma anche l'idea che c'è dietro. L'incontro all'Ambra Jovinelli è stato volutamente separato dalla conferenza stampa tenuta la mattina perché nel secondo incontro il focus era sui blogger. Esattamente il suo target: persone tra i 18 e i 35 anni che frequentano la rete e che hanno la capacità non solo di analizzare ma anche di produrre le notizie.
Ma non sono giornalisti. Non solo. Non sempre. Solo il 30% dei contenuti di Current Tv è prodotto dai cityzen journalists, il resto del palinsesto ha una programmazione più classica che proviene dall'aggregazione delle varie sedi nazionali di Current. Questa volta però c'è una novità: l'Italia è il primo pese non anglofono ad entrare nel network. Altro motivo di orgoglio per gli organizzatori.
Al Gore abbozza in primis le motivazioni più classiche "la creatività dell'Italia, il ruolo dell'Italia nella cultura internazionale che deve essere rilanciato…" poi il politico prende il sopravvento, si lascia andare a qualche considerazione lusinghiera sui presenti, ringrazia Sky Italia che consente per a Current Tv di andare anche sul satellite un paio di volte al giorno e conclude con la riaffermazione della totale liberta del suo progetto editoriale da poteri estranei alla cultura.
Resta un ultimo applauso prima di passare alla domande dei blogger presenti in sala che, a dispetto dei trionfalistici annunci dell'arrivo in Italia dell'i-phone dati dai circuii classici (tv e stampa), sfoggiano tanti pezzi del famoso oggetto quanti se ne potrebbero trovare in un Apple center (statunitense).
Insomma, tra twittering, live bloggig e semplici esibizionisti di gadget comincia la sessione di domande pre filtrate da rivolgere al premio nobel.
Qualcuno – con fare tutto italiano – lo chiama ancora "presidente" ma le domande blande – "come le è venuta l'idea di Current" e quelle irridenti "se Current e per i giovani perché lo hanno inventato due cinquantenni?" fanno capolino anche delle domande più concrete.
Mister Gore: dite di essere liberi da condizionamenti ma la libertà costa: da dove prendete i fondi per sostenere l'iniziativa?. Gore ringrazia, non si scompone e chiarisce – senza fare nomi- che i fondi sono in parte suoi e del co fondatore ed in parte provengono da investitori che hanno firmato un accordo che concede a Current la più ampia libertà possibile.
Bell'inizio, ma i blogger si stanno appena scaldando e la domanda successiva si districa tra la pragmatica ed il cinismo. "Mister Gore: noi siamo il paese della creatività ma anche il paese del Vaticano, cosa fareste se c fosse un tentativo di censura da un potere di questo tipo?"
La risposta, preceduta da un silenzio grave, è degna di un consumato uomo d'affari. "Noi rispondiamo solo alla nostra coscienza, l'ho detto e lo ripeto. Comunque spero che ci provino, così l'audience aumenta".
Finsce la diretta di sky e con essa anche le domande pre-votate\approvate. E' il momento della sessione libera di cui riportiamo l'ultima domanda "pura" ad opera di Fabio Masetti.
Signor presidente, ma se io scoprissi un nuovo watergate in Italia Current mi fornirebbe assistenza legale?
La risposta, aiutata dal tempo a disposizione ormai terminato, è un “ni”. Insomma, la tutela legale arriva se c'è qualcosa di grosso, ma prima ci sono diverse regole che vanno rispettate e che sono disponibili sul sito al momento della sottoposizione.
Sembra che il succo della risposta sia: Giornalisti di strada, sì. Ma per avere la tutela di un giornalista si deve anche agire come un giornalista perchè la liberta di espressione di pochi non leda gli interessi di molti, dalle musiche coperte da copyright al gossip senza reale interesse pubblico.
Idea interessante, quella di Current, ma, a nostro avviso, arrivata in Italia perché nel bel paese il suo target (18-35 anni) è quello che sa e che si indigna, ma anche quello con la possibilità reale più bassa di incidere su una situazione denunciata che abbia grossa portata (l'età media del parlamento lo dimostra).
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