Arezzo al New York Wine Expo 2012

Marco Piattelli Palmarini (March 06, 2012)
La Strada del Vino promuove le cantine aretine nel mondo. Baracchi, Il Borro, La Torre e Fattoria di San Leo protagonisti del più importante evento degli Stati Uniti dedicato all’enologia

“Wonderful!” “Awesome!” “…Delicious!” Tanti sorrisi e sguardi estasiati di fronte agli stand di La Strada del Vino che occupa un'intera ala, vetrina per dodici etichette. Il pubblico newyorkese del Wine Expo ha salutato con grande entusiasmo Arezzo e le sue cantine.

Oltre a Baracchi, Il Borro, La Torre e Fattoria di San Leo, fisicamente all’evento, venivano presentati anche i vini di Tenuta Sette Ponti, Buccia Nera, Valdarno, Tenute di Fraternita, Dionisio, Villa le Vigne, Tenuta la Pineta e Tenuta San Jacopo. La Strada del Vino è un’associazione costituitasi nel 2000 con lo scopo di valorizzare e promuovere il marchio di Arezzo dal punto vista culturale, ambientale, gastronomico ed enologico.

Con ormai più di 170 associati tra cui aziende agricole, turistiche e vitivinicole, ristoranti ed enoteche, La Strada del Vino rappresenta oggi un entità di primaria importanza per la promozione di Arezzo nel mondo. "I fatti parlano chiaro: dopo New York siamo pronti per altre due prestigiose piazze quali Verona (Vinitaly) e Londra (London International Wine Fair 2012). " Sorana Brocchi (responsabile eventi e promozione di La Strada del Vino) ci spiega che “Arezzo è un 'brand' che turisticamente è cresciuto molto negli ultimi dieci anni. La nostra missione è cercare di sfruttare al massimo le immense potenzialità del nostro patrimonio culturale, per gran parte ancora troppo poco valorizzate. All’estero siamo conosciuti come nome secondario rispetto a città come Firenze, Siena e Pisa, ma la nostra fama sta crescendo, e il successo e l’interesse che riscuotiamo in eventi come questo lo dimostrano.”

Gli stand di Baracchi, Il Borro, La Torre e Fattoria di San Leo sono letteralmente presi d’assalto dai curiosi visitatori. Non si parla solo di vino, ma anche di Arezzo, di Toscana, di dieta mediterranea e di tradizioni nostrane. Il finale è sempre lo stesso: “I should definitely come to visit you next summer!” (“Devo proprio venirvi a trovare la prossima estate!”).

“Si sa, agli americani piace la Toscana” strizza l’occhio il Dr. Francesco Brunori della Fattoria di San Leo “ma non ci credono quando gli dico che sono proprio io ad andare in vigna con il trattore, si mettono a ridere…”

Fattoria di San Leo è alla sua prima apparizione negli Stati Uniti. Una realtà locale, non troppo conosciuta all’estero, ma che sul territorio aretino è forte di una tradizione di duecento anni e che oggi al NYWE si guadagna i complimenti di tutti con il proprio Vin Santo. Torniamo a parlare della fama dei vini aretini con un imprenditore che ha ben il 60% del proprio mercato all’estero. Riccardo Baracchi: “Negli ultimi cinque anni sono sempre figurati vini di Arezzo nei ranking mondiali dei migliori vini.

Poche città al mondo possono vantare cifre come le nostre. Purtroppo nella nostra provincia ancora non abbiamo professionisti ed esperti di turismo che sappiano esaltare simili risultati, troppo spesso sconosciuti. Ma che l’Arezzo del vino abbia fatto passi da gigante negli ultimi dieci anni è innegabile”. Baracchi è una delle aziende aretine che può vantare di essere entrato nella top 100 dei migliori vini al mondo di Wine Spectator. Lo ha fatto con l’Ardito, il vino di punta della cantina, che ha ricevuto 95 punti in questa speciale graduatoria. I grandi successi di Baracchi, anche in termini di mercato, derivano da un progetto aziendale nato nel 2001. “L’azienda familiare esisteva da molti anni, ma solo nel 2001 abbiamo deciso di lanciarci nel business a livello internazionale.

Con l’aiuto dell’enologo Stefano Chioccioli abbiamo progettato e realizzato l’azienda che oggi esporta in tutto il mondo, siamo passati da uno a cento ettari in pochi anni”. Considerando anche la produzione d’olio d’oliva, frutta, erbe aromatiche, la spa ed il famoso ristorante Il Falconiere, è facile capire perché Baracchi, con più di 50 dipendenti, è una delle imprese aretine più importanti. Cristian Lindgreen Bertone è il titolare di La Torre, azienda nata nel 1975 che da più di quindici anni si è imposta all’attenzione di tutti per la sua produzione d’alta qualità e per un progetto imprenditoriale che la proietta tra le più cantine toscane più conosciute all’estero.

Lastricheti è il nuovo rosso pensato per sfondare nel mercato americano, dove, ci spiega Cristian, “il problema principale è la burocrazia. Ci sono leggi che rendono molto complicata l’importazione dei prodotti. Una volta superati questi vincoli, il mercato promette benissimo, il made in Italy qui è molto apprezzato ed il vino toscano è un brand più che riconosciuto”. I vini di punta? Il Chianti Colli Aretini, il Vin Santo e il Vin Santo Riserva, ritenuto da molti uno dei migliori d’Italia. Anche per La Torre non solo vino: un’importante produzione di olio d’oliva e il Relais La Torre, residenza di lusso immersa nel verde alle porte di Arezzo.

Quarta azienda presente al New York Wine Expo è Il Borro. Realtà di grande rilievo nel panorama aretino e toscano. Vini di alta qualità esportati in tutto il mondo, olio d’oliva, centro benessere e ristorazione, Il Borro è tutto questo. Una grande impresa su cui Salvatore Ferragamo sta puntando molto.

Abbiamo incontrato Rick Welch, responsabile per il mercato americano di Il Borro: “Nel mercato statunitense lavoriamo in 38 stati, selezionando accuratamente un numero limitato di ristoranti e punti vendita che ci permette di mantenere il controllo sull’immagine e sui prezzi dei nostri vini.” “Segreti? Beh il segreto è il signor Ferragamo in persona, è un imprenditore straordinario che riesce a seguire il mercato americano da vicino, con grande presenza e competenza”. Il Borro ha presentato a New York i sui “bestseller”, Pian di Nova, Il Borro e Lamelle Chardonnay, i vini che l’hanno lanciata tra le cantine più riconosciute d’Italia.

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