Primo Maggio. Speranza, passione, futuro in musica
Grande musica, partecipazione politica, slogan in difesa dell’articolo 18, questo ha animato lo spiazzo gremito dove si è scandita con un’intensità palpabile la voglia forte di farcela in un’Italia che arranca ma non abbassa mai la china, la necessità vibrante di sconfiggere lo spettro delle morti sul lavoro, il desiderio vivo di trovare un impiego, urlato, gridato a più riprese dalla platea...
Nel pomeriggio si sono esibiti i gruppi e gli artisti più giovani, tra i quali ha spiccato il reggae della tarantina Mamamarjas, l'inno di Mameli e la "Bella ciao" della P-Funking band, il dub e il rap dei napoletani A67 con il loro tributo a De André su "Don Rafaè". Bello anche il set raggamuffin dei salentini Sud Sound System. Toccante il ricordo di Lucio Dalla da parte dei conduttori Virginia Raffaele e Pierfrancesco Pannofino, che ha letto il testo di "Henna" e il Teatro degli Orrori con l’omaggio all’amore partigiano con la loro “Compagna Teresa” e “La canzone di Tom” sulle morte bianche che per la rock band “sono uno scandalo che non grida vendetta, ma giustizia”.
Campeggiano bandiere al vento, striscioni alzati, manifesti ben in vista tra la folla...
Alle note s’accompagna il blitz dei lavoratori dello spettacolo che s’arrampicano su un traliccio issando il fin troppo eloquente “The show must go off”...
Il rock in chiave sinfonica ha conquistato nella prima serata i 500mila riuniti a San Giovanni prima grazie alla partitura scritta da George Martin per il film di animazione "Yellow Submarine" dei Beatles, qui nella direzione di Vittorio Cosma, poi grazie alla sequenza dei dieci brani storici del rock scelti da un direttore d'eccezione, l'ex Pfm Mauro Pagani, interpretati da alcune delle più belle voci della musica italiana: tra le più riuscite, "Kashmir" dei Led Zeppelin cantata da Raiz, "Jumping Jack Flash" dei Rolling Stones interpretata da Elisa e "Heroes" di David Bowie per la voce di Samuel dei Subsonica.
La musica è al centro dell’evento organizzato dai sindacati confederali, Cigl, Cisl e Uil: lo spettacolo è commozione pura con il minuto di silenzio in ricordo delle vittime sui luoghi di lavoro,"1400 morti l'anno, una Repubblica fondata sulla morte", recitava uno degli striscioni esposti nella piazza, accanto a momenti di grande partecipazione politica, come per gli appelli a non modificare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, "l'articolo 18 non si tocca" hanno urlato i napoletani A67.
E poi la kermesse è proseguita, trascinante, con Caparezza che si è dimostrato ancora una volta uno dei più interessanti performer del rep italiano: esilarante la scena che ha introdotto il brano "La fine di Gaia" in cui il rapper salentino, ironizzando sulla fine del mondo prevista per il 2012 dai Maya, ha invocato la divinità "Equitalak", assonante con Equitalia, inginocchiandosi di fronte ad un totem: "Ci sono terremoti sociali, fiumi di esodati, Equitalak, ti preghiamo, non estinguere noi, estingui i nostri debiti".
Il pensiero di Caparezza vola agli operai di Melfi, agli operatori delle ferrovie asserragliati sui tralicci a Milano perchè licenziati dai treni cuccetta, con i quali “ci accomuna la stessa luna”... e finisce col paragonare la piazza del Concertone dedicato al lavoro a una virtuale allargata a tutta Italia, in comunione con i tanti giovani provenienti nella Capitale da molte città: "Quanti sono i pugliesi? Quanti i napoletani, siciliani, calabresi? Alzate le mani" chiede dal palco il cantautore e si scopre che la fame di musica e di festa qui è rappresentata soprattutto dai ragazzi del centro sud.
L’abbraccio del pubblico è per la performance del grande Mauro Pagani che si è esibito cantando e suonando “Purple Haze” di Jimi Hendrix e lo sforzo del maestro nel triplice ruolo di arrangiatore, musicista e direttore d’orchestra per riportare al centro del Concertone la buona musica, quella tradizione condivisa, per dirla con le sue parole, "che rappresenta ormai il nuovo stile classico scegliendo 10 brani che potessero esser ancor più impreziositi dalla presenza dell’orchestra".
"La musica del desiderio: la speranza, la passione, il futuro", recitava lo slogan scelto dagli organizzatori. E proprio al futuro delle giovani generazioni sono state dedicate le dichiarazioni dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil sul Concertone: "Bisognerebbe permettere ai giovani di mettere a frutto le loro potenzialità, le nuove generazioni sono le più preparate che l'Italia abbia mai avuto" ha detto il segretario Cgil, Susanna Camusso, "e questo Governo dovrebbe cambiare spartito rispetto alle politiche che ha messo in campo, innanzitutto mettendo fine alla politica dei tagli e poi cominciando ad abbassare le tasse sul lavoro". "Il lavoro per un giovane è fondamentale" ha detto il segretario Cisl, Raffaele Bonanni, "solo così può realizzarsi a pieno la sua personalità e si possono sviluppare le sue capacità. Finiamola con l'idea di affidarci alle singole persone, bisogna mettere in campo un moto di popolo per far uscire il paese dalla crisi".
Appuntamento al prossimo anno Concertone con la speranza che a San Giovanni si possa celebrare livelli di occupazione maggiori, standard lavorativi all’insegna della sicurezza e rivalutare le competenze di ognuno...
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