New York Caput Mundi Mathematicae

Flavia Bagni (March 16, 2009)
  • Il Premio Nobel per l'Economia John Nash
Otto premi Nobel, tre medaglie fields, economisti, filosofi, matematici. Questi i numeri e le caratteristiche della terza edizione del Festival della Matematica, che quest’anno ha deciso di varcare l’oceano e aprire le danze a New York.

 Non due Festival, ma un unico evento diviso in due parti: la prima a New York, il 10 e 11 marzo, la seconda all’Auditorium di Roma, dal 19 al 22 marzo. Filo rosso a unire virtualmente le giornate, la voglia di far conoscere il mondo della scienza e della matematica, ma non solo. Perché, come dice Piergiorgio Odifreddi, direttore scientifico ormai super collaudato della manifestazione, la cultura è un tutto unico. Si parla di scienza, quindi, ma si cerca di mostrare i legami con la vita, la letteratura, la filosofia secondo un approccio olistico che alle divisioni privilegia le connessioni.

 
E se la formula del Festival a Roma ha già dal primo anno dato prova di essere molto apprezzata, la sfida rimane quella di convincere anche il pubblico della Grande Mela che i numeri non sono necessariamente sinonimo di noia, occhiali, secchioni disadattati.

 
Dork power, allora. E a giudicare dall’affluenza registrata il 10 e 11 marzo all’ Italian Academy (Columbia University) e all’ Istituto Italiano di Cultura di New York, sembra che gli organizzatori possano dire di aver centrato il primo obiettivo: superare le diffidenze e portare gente a sentire parlare di mercati economici, statistica, quarta dimensione. Non solo un pubblico di esperti, ma nelle sale sempre affollate tanti i giovani in fila per ascoltare professori, studiosi, esperti come fossero star del cinema.
10 marzo, ore 11, alla Columbia University, taglio del nastro del Festival con una lectio del premio Nobel per la Fisica Sheldon Glashow sulla applicabilità della matematica alle questioni pratiche della società e della vita umana. A seguire, il re dei frattali Benoit Mandelbrot ha spiegato la possibilità di studiare l’andamento dei mercati finanziari ricorrendo ai frattali.
 
Nel pomeriggio, Piergiorgio Odifreddi e Claudio Bartocci, professore di Fisica Matematica di Genova, sono stati protagonisti della lettura dell’Intervista immaginaria a Galileo. Nell’incipit del Saggiatore di Galileo c’è riassunta tutta la filosofia del Festival: “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi – io dico l’universo -, ma non si può intendere se prima non si impara a intender la lingua e conoscer i caratteri ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, e altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola”.
 
Perché se c’è una cosa che sembra davvero possibile mentre si assiste alle lezioni e alle conversazioni del Festival della Matematica, è che i numeri possono aiutare a comprendere più a fondo la realtà che ci circonda. E sembra possibile anche ascoltare due ore di racconto sulla origine della teoria dei giochi a Princeton con il premio Nobel John Nash e Harold Kuhn (quelli del film A Beautiful mind, per intendersi), senza desiderare di essere altrove, ma anzi: sala della Columbia University stracolma e una signora all’ingresso a regolare il traffico e a distribuire numeri per mettersi in lista e poter entrare a assistere.
Il Nobel per l’Economia Daniel Kahneman ha parlato del ragionamento statistico, mentre Brian Green ha spiegato la sua teoria sull’eleganza dell’universo matematico.
 
 
A chiudere le due giornate

newyorkesi, il matematico scopritore della quarta dimensione Thomas Banchoff e il filosofo Achille Varzi, che hanno commentato e spiegato il film ispirato al racconto di Abbott, Flatland, viaggio fantastico nella multidimensionalità.
 
Dal 19 al 22 marzo il Festival della Matematica sarà di nuovo a Roma, con un programma come sempre ricco di nomi illustri del mondo della scienza, della filosofia, della letteratura: le medaglie Fields per la matematica Edward Witten, Timothy Gowers, Vaughan Jhones; il premio Nobel per la fisica Arno
Pizaris e quelli della chimica Roald Hoffmann e Richard Ernst; il fisico italiano Nicola Cabibbo; i premi Nobel per l’economia Robert Mundell, John Nash e Thomas Shelling; lo scrittore Paolo Giordano, e ancora tanti scrittori, matematici, filosofi e giornalisti italiani.

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