Guercino per la prima volta negli States
Dopo il successo della mostra di Giorgio Morandi al Metropolitan Museum, questa volta l'attenzione è rivolta a Giovanni Francesco Barbieri, meglio conosciuto come il Guercino.
Presenti all'evento il Direttore dell'Istituto, Renato Miracco; il Console Francesco, Maria Talò; il Direttore del'Associazione Albergatori di Bologna, Guido Morisi; il sindaco di Cento, città del Guercino, Flavio Tuzet, l'Assessore al Turismo del Comune di Bologna, Miriam D'Andrea e Mons. Celestino. Migliore, Nunzio Apostolico Osservatore Permanente alle Nazioni Unite.
Percorrendo le sale dell'esposizione si sente nell'aria la curiosità degli spettatori newyorkesi. Numerosi gli appassionati che a lungo si soffermano su ogni tela, chiedendo informazioni ai curatori della mostra. L'esposizione è un regalo che la città di Bologna ha voluto fare a New York per promuovere un artista ancora poco noto in ambito internazionale. Questo tributo inizia proprio nel
giorno della nascita del pittore, il 2 Febbraio 1591. Dice Renato Miracco "il Guercino ha saputo rappresentare una corrente alternativa al Barocco, tracciando un orientamento tipicamente emiliano caratterizzato da un'esaltazione delle cose semplici". Protagonisti delle 28 opere esposte, infatti, sono i lavori campestri, la campagna e le stagioni. Tutte immagini che esprimono pienamente l'avventura artistica del primo periodo del Guercino. La mostra "è riuscita ad emozionarmi", esclama il sindaco di Cento, "rivolgo un invito a venire nella nostra terra: vedendo dal vivo gli scenari rappresentati nei quadri, le emozioni si moltiplicano".
Al termine della presentazione, tra un bicchiere di prosecco e l'altro, mentre gli invitati continuavano a godere della mostra abbiamo intervistato l'Assessore al Turismo Miriam D'Andrea che ci ha raccontao alcuni retroscena della mostra.
E' stato difficile portare le tele del Guercino da Bologna a New York?
"Si. Mi sembra di aver vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi. E' la prima volta che queste opere sono esposte all'estero. Trovo fondamentale far conoscere il nostro patrimonio artistico al di fuori dei confini nazionali, cosicchè possano goderne sia gli italo-americani che gli americani stessi. La regione Emilia-Romagna ha promosso l'iniziativa appoggiata dai comuni di Bologna e Cento, in collaborazione con "Bolognaincoming, Albergatori di Bologna Riuniti", e "APT Servizi srl", azienda di servizi che promuove il turismo emiliano. L'Istituto Italiano di Cultura ha inoltre avuto un ruolo fondamentale perchè ha appoggiato l'iniziativa ospitando la mostra.
Perchè è stata scelta come meta la città di New York?
"Devo essere sincera: credo che New York sia un'ottima vetrina per esaltare il turismo bolognese che merita pari importanza rispetto alle città di Roma, Firenze e Venezia. Troppo spesso rischia di essere classificato come turismo secondario e non lo è. Tutta la gente che è intervenuta stasera evidenzia un interesse non solo per il Guercino, ma per l'intera regione emiliana e per le sue tradizioni."
Inviti con po visitare Bologna..
"Bologna, 'a Dotta', è una città ricca di storia. Ha l'Università più antica del mondo fondata 750 anni fa, 65 musei gratuiti ed è stata la prima città ad istituire il "Liber Paradisus", editto che aboliva la schiavitù. Questo è quello che interessa ai visitatori: la nostra storia. Il turismo americano a Bologna è secondo solo a quello tedesco. Sento molto forte il legame con gli States: a Bologna abbiamo anche l'Università Americana Johns Hopkins che raccoglie molti giovani americani e li inserisce nel nostro territorio."
Quale è la motivazione per cui il Comune di Bologna ha deciso di affrontare un'operazione di marketing così impegnativa?
"E' stata una spesa che ha inciso sul budget bolognese, ma ne è valsa la pena. Ha permesso l'allestimento della mostra fino al 2 Marzo e la promozione turistica che ci auguriamo possa fruttare nel prossimo futuro. In questo momento di grave crisi economica per le famiglie italiane è difficile ritagliarsi weekend per una vacanza nella nostra regione. Ecco perchè puntiamo sul turismo statunitense. Credo sia la mossa vincente. Anche qui si sta avvertendo la crisi, ma gli americani sono i veri amanti dell'italianità, forse più di noi continuando a scegliere il nostro Paese come meta preferita da visitare."
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