CALCIO D'ANGOLO/Indomita Inter
La ventiseiesima giornata del campionato è parzialmente favorevole alla Juventus, unica squadra a incamerare i tre punti nel gruppo di testa. I bianconeri recuperano due punti sull’Inter, che pareggia in rimonta una rocambolesca partita interna con la Roma, e portano a più cinque il vantaggio sul Milan, sconfitto a Genova dalla Samp e ormai in piena crisi di gioco e risultati.
Nell’atteso posticipo della domenica sera, spettacolare 3 a 3 tra Inter e Roma. I giallorossi di Spalletti hanno molto da recriminare. Dominano nel primo tempo, giocando con personalità e ottime trame, trascinati da Pizarro, De Rossi, Brighi e Vucinic, e chiudendo meritatamente in vantaggio due a zero, con gol dello stesso De Rossi e di Reese, al primo centro nel nostro campionato. I campioni d’Italia sono lenti e incapaci di reagire, chiudendo la prima frazione senza mai impensierire Doni. Tutt’altra musica nella ripresa. L’Inter aggredisce subito la partita e accorcia le distanze con Balotelli. Brighi, in contropiede, segna il tre a uno finalizzando una splendida azione in verticale, ma la partita non si chiude. La Roma arretra nel tentativo di gestire e lascia spazio all’orgoglio dei nerazzurri. Balotelli si procura e realizza il rigore del tre a due e il redivivo Crespo, convocato all’ultimo istante per l’improvvisa indisponibilità di Ibrahimovic, sigla il definitivo 3 a 3 a dieci minuti dal termine: splendido il colpo di testa su cross di Figo. La Roma torna fuori nel finale e avrebbe l’occasione con De Rossi di segnare nei minuti di recupero, ma il sinistro da pochi passi del capitano giallorosso finisce a lato di poco. Il tre a tre non cambia ed è alla fine il risultato più giusto. L’Inter vede ridotto di due punti il vantaggio sulla Juve, che resta comunque consistente.
I bianconeri battono il Napoli, all’ottava sconfitta esterna consecutiva, con un gol di Marchisio allo scadere del primo tempo di una partita tirata ma non bella. Ranieri, dopo la sconfitta europea con il Chelsea lascia rifiatare i centrocampisti Tiago e Sissoko, e il brasiliano Amauri, riproponendo il danese Poulsen in coppia con Marchisio a centrocampo e Trezeguet al centro dell’attacco. Il giovane Giovinco prende il posto di Nedved, che ha annunciato il ritiro a fine stagione, sulla corsia di sinistra. Reja dal canto suo prova a replicare senza successo la bella prova del mese scorso in Coppa Italia, quando il Napoli aveva spaventato la Juve cedendo solo ai calci di rigore. Tra due squadre in cerca di punti viene fuori una partita
dura e nervosa, spezzettata dagli interventi dell’arbitro Ayroldi. La Juve corre molto ma non offre manovre fluide, il Napoli controlla e cerca di ripartire in contropiede ma in novanta minuti riesce a mettere una sola volta Hamsik davanti alla porta di Buffon, che è bravo a chiudere. Il tiro di Marchisio al 44’, peraltro deviato in maniera decisiva da Blasi, giunge a spezzare l’equilibrio in maniera piuttosto occasionale. Nella ripresa il Napoli prova a reagire e chiude una Juve in evidente difficoltà nella sua trequarti. Pressione minacciosa ma senza esito. Con qualche affanno, la squadra di casa conserva il vantaggio fino allo scadere.
Dopo il pareggio interno con il Werder Brema, che giovedì scorso è costato l’eliminazione dalla Coppa Uefa, il Milan di Ancelotti cade a Genova contro la Sampdoria, guidata da Cassano, sempre più leader e in grado di controllare i celebri eccessi comportamentali, e Pazzini, al sesto gol con i blucerchiati. I rossoneri offrono l’ormai solita trama lenta e fitta di passaggi in orizzontale, e le imbarazzanti amnesie difensive che ne hanno segnato la stagione. È evidente che a fine campionato società e tecnico saranno chiamati a progettare la rifondazione completa di una squadra gloriosa ma
ormai al tramonto. Poche idee, molta imprecisione, giocate prevedibili: in più, l’infortunio di Kakà ha tolto ai rossoneri l’unico elemento in grado di saltare l’avversario e proporre fantasia e accelerazioni. Dal canto suo, la squadra di Mazzarri pur senza strafare gioca con ordine e si affida al talento di Cassano, in ottima condizione e supportato da un Pazzini evidentemente voglioso di dimostrare che la panchina fatta a Firenze non era affatto meritata. Dei due gioielli i gol: di testa Cassano, di Pazzini, splendido, il secondo a metà ripresa. Di Pato il gol per la bandiera del Milan, che fissa il risultato sul definitivo 2 a 1.
Della battuta d’arresto del Milan non approfittano le altre aspiranti al terzo posto. La Fiorentina, dopo due rimonte consecutive, resta bloccata 1 a 1 sul campo della Reggina, mentre il Genoa non va oltre lo 0 a 0 sul campo del Siena. I viola e i rossoblù restano rispettivamente a tre e a quattro punti dal Milan, ma la volata per l’ultimo posto in Champions è tutt’altro che decisa.
Da segnalare il rotondo 4 a 0 con cui il Catania espugna il campo del Palermo, aggiudicandosi clamorosamente il derby di Sicilia. I gol di Ledesma, Morimoto e Mascara chiudono il conto già nel primo tempo; quello di Paolucci arrotonda il risultato a metà ripresa. Brutta e inaspettata caduta per gli uomini di Ballardini.
Il prossimo turno vedrà impegnate di sabato le squadre che affronteranno in settimana le partite di ritorno di Champions. La Roma ospita l’Udinese, l’Inter vola a Genova, la Juve è attesa dalle insidie del derby con il Torino. Considerando l’impegno di Coppa e la necessità di recuperare i risultati non tranquillizzanti del turno di andata, è lecito aspettarsi delle sorprese.
Altri risultati: Lazio – Bologna 2 - 0; Atalanta – Chievo 0 - 2; Cagliari – Torino 0 – 0; Udinese – Lecce 2 – 0.
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