Si aggira tra i maxischermi sui quali sono proiettatti le scenografie dei suoi film più famosi, si sofferma sulle immagini che gli evocano ricordi di un tempo passato, scruta i dipinti dagli accattivanti giochi di luce e ombra e sorride soddisfatto. Dante Ferretti, uno dei più famosi ed originali scenografi italiani nel mondo, ha presentato la sua mostra in un’ampia sala del Moma di New York. Deve il suo successo alla sua straordinaria vena creativa, alla sua magistrale versatilità ed alla sua meticolosa professionalità. Molti registi si sono contesi il suo geniale
lavoro, basti citare alcuni esponenti del cinema italiano (Pier Paolo Pasolini, Marco Bellocchio, Elio Petri, Ettore Scola, Franco Zeffirelli, Federico Fellini) e del cinema internazionale (Jean-Jacques Annaud, Martin Scorsese e Niel Jordan). Ha ricevuto importanti riconoscimenti, come premi Oscar, David di Donatello e numerose nomitations.
i-Italy ha incontrato Ferretti al Moma insieme al professore Antonio Monda che ha partecipato alla realizzazione della mostra.
i-Italy: E’ la prima volta che il Moma dedica un’esposizione ad uno scenografo italiano...
Dante Ferretti: Sono felicissimo, non me l’aspettavo. Sono stato molto aiutato da Antonio Monda e da Marina Segona, grazie a loro ho conosciuto i curatori del Moma Jyette Jensen e Ron Magliozzi. Ma sono passati cinque anni prima che la mostra venisse definitivamente allestita.
i-Italy: Cosa porta dentro questa mostra?
D.F.: Ho messo a disposizione solo una parte del mio lavoro. Se avessi consegnato tutte le mie opere avrei dovuto riempire l’intero Moma! Quando sono venuti i curatori al mio studio hanno scelto una serie di disegni, bozzetti e film. Proprio in quel periodo avevo organizzato la mostra di Fellini alla Pelanda a Roma. L’avevo chiamata “Labirinto Fellini” perchè la proiezione dei film sui maxischermi creavano uno scenario labirintico. Quell’esposizione è stata un’ispirazione per l’organizzazione della mostra a New York.
i-Italy: Prima l’ho vista passeggiare tra gli schermi... cosa pensava?
D.F.: Sono tornato indietro con la memoria e con il tempo. Mi sono soffermato soprattutto sullo schermo che produceva il primo film sul quale ho lavorato qui a New York intitolato Ciao Maschio di Ferreri.
i-Italy: Sono però vent’anni che non fa film in Italia, non possiamo sperare in un ritorno italiano?
D.F.: E’ vero. Ho fatto solo due film in Italia in questi ultimi vent’anni, Tito e Gangs of New York. Spero di ritornare in Italia, in fondo e sempre casa mia e mi manca moltissimo. Però alla fine vado dove mi porta il cinema.
i-Italy: Antonio cosa hai provato quando hai visto allestire questa mostra?
Antonio Monda: L’idea che ha sedotto tutti è quella che si vede intorno a noi, ossia quella di ricreare un labirinto. Lo stesso scenario è stato preso in prestito da una mostra di Dante su Fellini presentata a Roma tre anni fa. Siamo molto felici di aver ottenuto il meraviglioso orologio di Hugo Cabret, gli imponenti leoni situati all’ingresso, i sorprendenti lampadari di Salò e le statue di Arcimboldo. Fino all’ultimo momento ci sono stati dei piccoli problemi tecnici, ma solo perchè esigevamo la perfezione per celebrare questo grande artista.
i-Italy: Ieri sera abbiamo visto Martin Scorsese presentare la mostra...
D. F.: Ho collaborato con Scorsese per la realizzazione di otto dei suoi film. Una volta ho lasciato tutto quello che stavo facendo, ho preso il primo aereo e sono corso nel suo studio. Ne avrei dovuti fare di più ma non sempre è stato possibile rimandare altri lavori....
A.M.: Scorsese ci teneva tanto ad esserci alla presentazione di questa mostra. Considera Dante un genio del suo settore ed un eclettico. I film che il regista gli ha commissionato sono tutti diversi e lui e sempre stato eccelso ed originale nelle sue scenografie.