Barack Obama ha rimescolato il rapporto fra un messaggio politico e i confini dello Stato in cui questo messaggio viene lanciato. Obama ha creato una constituency mondiale? Adesso è tenuto a rappresentarla.
In queste ultime settimane si sono sprecati, direi anche giustamente, i commenti sul larghissimo consenso che Barack Obama è riuscito a convogliare sulla sua persona fuori dagli Stati Uniti. In fondo si potrebbe dire che Obama ha avuto come constituency, ovvero come “territorio elettorale”, non solo gli Stati Uniti ma il mondo, o perlomeno una parte di esso.
Questa notazione introduce una riflessione. Sarà interessante vedere se Obama nelle sue scelte di politica estera difenderà solo e unicamente gli interessi degli Stati Uniti d’America o se baderà anche agli interessi della grande constituency per certi versi mondiale che l’ha sostenuto. Da molte parti si è detto che Obama ha compreso come il web, e cioè lo spazio virtuale, sia il nuovo territorio del confronto, anche e soprattutto del confronto politico.
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