SANREMO – “A tavola, la cena è pronta!”. Quella sera il rituale richiamo di mia madre aveva un sapore speciale. Erano gli anni Ottanta quando io e la mia famiglia ci riunivamo davanti alla tv per vedere il Festival di Sanremo. Per una sera eravamo tutti spettatori di uno stesso programma, in religioso silenzio. Come quando con la nascita della televisione italiana negli anni Cinquanta un intero condominio si radunava a casa di chi poteva permettersi l’acquisto di un televisore, all’epoca molto costoso. E incantati dalle luci dello schermo tutti guardavano quell’unico canale in bianco e nero.
Alle 22.45 del 27 gennaio 1955 c’erano otto milioni di persone ad attendere il primo Festival trasmesso contemporaneamente anche dalla televisione dopo i titoli di coda del varietà di Tognazzi e Vianello "Un, Due, Tre". Un evento eccezionale visto che la prima vera edizione della kermesse canora nel 1951 andò in onda in radio, su Rete Rossa, per tenere compagnia ai giocatori d’azzardo. Costava 500 lire il biglietto d’ingresso del Salone delle Feste del Casinò di Sanremo e tra una scommessa e l’altra, il pubblico ascoltava le venti canzoni in gara eseguite da soli tre cantanti: Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano.
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