"Sono felice che molti altri italiani leggeranno questo libro soprattutto perché impareranno a conoscere la nostra storia con la speranza che non si ripeta, anche se in forme diverse", ha commentato Scurati, sorseggiando da una bottiglia strega per brindare ad una vittoria ampiamente annunciata nelle scorse settimane.
Lo scrittore di origini napoletane è già stato finalista al premio Strega con Il bambino che sognava la fine del mondo (Bompiani 2009) e con Il padre infedele (Bompiani 2013). La prima volta ha perso per un voto contro il romanzo Stabat Mater di Tiziano Scarpa, la seconda per cinque voti contro Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo.
Il libro inizia nel 1919, l’anno in cui Mussolini fondò il movimento dei Fasci italiani di combattimento, e si chiude con il discorso del 1925, con cui cominciò la dittatura fascista. “L’avvento del fascismo, ha spiegato Scurati, è la dimostrazione che il carisma di un uomo sono nel suo aspetto fisico, nei discorsi e nella propaganda. Mussolini era l'uomo ideale d'Italia in quel periodo. A quel tempo, la società non si fidava dei politici, e pensava che fossero corrotti. Insomma, rappresentava il cittadino d’Italia”.
Il Premio Strega 2019 non è la solita biografia, infatti, la voce narrante è quella di Mussolini stesso. L’autore, attraverso una narrazione senza pregiudizi ideologici, propone una rifondazione dell’antifascismo combattendolo e smontandolo dall’interno stesso. Nel libro di Scurati è lo stesso leader fascista a raccontare la crisi d’identità di un’Italia che voleva speranza per un futuro migliore. Mussolini riesce a trasformare questo malcontento in dittatura, in cambio della promessa di riportare l’Italia agli splendori dell’Impero Romano. Lo scrittore ci guida così nella mente delirante di chi più di ogni altro ha segnato la storia italiana.
Un romanzo documentato che Scurati ha voluto dedicare propri a quegli uomini, “i nostri nonni e i nostri padri”, che rimasero affascinati dal fascismo per poi diventarne vittime o strenui oppositori. L’opera dello scrittore è solo il primo volume di una trilogia necessaria per riscrivere la storia da dentro, cogliere il pathos di quegli anni tragici per restituirli come fatti di cronaca attuale. “Perché il lettore diventasse antifascista alla fine e non all'inizio della lettura".
Il vincitore Scurati nel suo discorso dopo l’assegnazione ha pensato anche ai giovani per i quali Mussolini non è più un tabù. In tempi in cui non ci sono più testimoni e testimonianze, chi aveva vissuto quel periodo storico, Scurati colma questa mancanza e la distanza da quegli eventi e costringe tutti noi a farci carico del compito di aiutare le nuove generazioni a formarsi un’opinione complessa.
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