Casa Italiana Zerrilli-Marimò, ore 18:00 – un'attenta platea di newyorchesi amanti della cultura e della storia italiana si è riunita intorno al giornalista del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, e al direttore dell'istituzione, Stefano Albertini. L'occasione è ghiotta: una conferenza intitolata "Italians in the Making. From the Risorgimento to the Great War. From the resistance to Today."
E’ stata infatti un’opportunità unica per ascoltare senza filtri, la vivavoce di uno degli intellettuali più interessanti e attenti del panorama italiano. Aldo Cazzullo giornalista, scrittore, è ai più noto per i suoi articoli, per i suoi interventi in televisione, per la sua prolifica bibliografia, ma alla Casa Italiana abbiamo conosciuto di più anche il suo acume di storico, accompagnato anche, a volte, da una intelligente ironia. Non perdendo mai però quell'equilibrio necessario che richiedono i temi importanti che ha toccato.
Nel corso di una scrupolosa ricerca investita di una sincera urgenza e necessità di raccontare l’Italia di ieri come quella di oggi, Aldo Cazzullo, è riuscito ad illuminare, tra le pieghe della storia, i volti di quegli uomini e di quelle donne, dai più blasonati a i più semplici, che quella storia non solo l’hanno vissuta sulla loro pelle ma la hanno resa, forse inconsapevolmente, epica.
Il suo modo di raccontare la storia ha portato all'attenzione prima di tutti i personaggi con la loro vita vissuta, Tutti senza distinzione, di qualsiasi estrazione.
Durante l’incontro sono stati presentati tre libri topici dello scrittore: Viva L’Italia! focalizzato sul momento storico del Risorgimento e della Resistenza; La guerra dei nostri nonni che si propone di tratteggiare i profili degli uomini e delle donne che hanno vissuto gli anni della Grande Guerra e Possa il mio sangue servire uomini e donne della Resistenza, la sua ultima fatica dedicata ancora una volta al tema della Resistenza, ma con un punto di vista inedito, lontano da rischiosi politicizzazioni e fazionismi.
Interessante ed importante l’attribuzione di un valore fondamentale dei grandi artisti ed intellettuali italiani nel contesto di queste tre grandi svolte epocali che hanno plasmato il futuro dell’Italia di oggi.
Il giornalista ci parla di Giuseppe Ungaretti e della sua grande prova di vita. Poeta rivoluzionario e dirompente per l’evoluzione della moderna letteratura italiana. Il poeta nato ad Alessandria d’Egitto con un background culturale di studi svolti a Parigi, ma di origini lucchesi, ha scoperto il suo patriottismo radicato nel DNA del suo essere Italiano, tanto da arruolarsi come volontario durante la prima guerra mondiale.
Proprio l’esperienza della guerra è il frammentato inchiostro dei suoi versi che ne riportano la portata umana e disumana vissuta in prima persona, con la penna in mano puntata sulla miseria della guerra con tale deflagrante potenza da disarmare un’artiglieria intera.
Come affermò infatti Ungaretti nel suo manifesto poetico, “un poeta deve essere un uomo del suo tempo”. E così come lui erano prima stati testimoni della storia italiana e profeti del futuro geni letterari come Dante Machiavelli, Giacomo Leopardi.
Aldo Cazzullo riprende quel glorioso esempio offrendo la sua scrittura al servizio dei volti della storia del suo Paese.
Particolarmente emozionante la sua attenzione posta sulla figura della donna italiana.
“Questo secolo è delle donne” afferma infatti il giornalista. Ed infatti è in preparazione un nuovo libro dal programmatico titolo Le donne erediteranno la terra.
La donna ha avuto un ruolo chiave, sia durante la guerra, che nei momenti più importanti della Resistenza. L’emancipazione della donna, sessuale, politica, sociale è cresciuta ed avvenuta nel momento in cui gli uomini erano fuori al fronte. Il Paese era letteralmente nelle loro mani. Spiega lo scrittore.
Le donne non solo si sono prese carico di mandare avanti l’economia del territorio, ma sono state anche crocerossine, rivoluzionarie, partigiane, spie, imprenditrici.
La Resistenza italiana è stata combattuta anche da donne come Cleonice Tomasetti che davanti ai suoi torturatori ebbe il coraggio di dire: “Se volete mortificare il mio corpo, è superfluo il farlo, esso è già annientato; se invece volete uccidere il mio spirito, quello non lo domerete mai”.
La Resistenza, secondo Cazzullo, però non è stata fatta solo da donne e da uomini, non da un partito o da un altro, anche se nel corso della storia diversi schieramenti ideologici e politici ne hanno rivendicato la paternità. “La Resistenza non appartiene a un partito, appartiene al popolo. Non appartiene ad una fazione ma ad una Nazione”.
Più forte però della squisita aneddotica e della naturale verve con cui Aldo Cazzullo riesce anche a divertire i suoi ascoltatori, è la potenza propositiva, fiduciosa, speranzosa ma anche lucida con cui l’intellettuale riesce ad inquadrare oggi l’Italia.
Gli italiani si sono forse dimenticati delle battaglie che hanno già combattuto e che hanno già vinto, come nell’esperienze del Risorgimento, della Grande Guerra, della Resistenza.
Siamo per il giornalista ancora un paese forte di quello spirito guerrier ch’entro mi rugge, per citare un altro grande poeta italiano, Ugo Foscolo.
Oggi gli italiani hanno una nuova battaglia da combattere, la battaglia contro la mancanza di fede e contro la rassegnazione.
Citando poi la lettera di una partigiana ancora in vita, Enrica Filippini Era, Aldo Cazzullo incita gli italiani: “Lavoreremo e ricostruiremo la nostra vita. Siamo giovani e l’entusiamo non ci manca… giorni luminosi ci attendono”.
Forti e necessarie queste parole, forti come la penna e la voce di Aldo Cazzullo, piene ancora di quell’entusiasmo che si fa testimonianza della gloria del passato, senza nascondere le problematicità della realtà presente, ma che guarda al futuro.