Era il 1988 quando mi trovavo solo a casa mentre mamma era andata a fare la spesa. Avevo solo 10 anni quella sera, quando all'improvviso diversi colpi di pistola uccidevano l'ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco sotto casa mia.
Ricordo come fosse ieri, la mia corsa verso la portineria per capire cosa fosse successo, ho lucidissime le immagini di quel cadavere appena trucidato per mano mafiosa. Dopo quella sera, tante, troppe le vittime di quella che è stata una terribile guerra tra la Mafia e i migliori rappresentanti dello Stato.
Magistrati, politici, imprenditori, forze dell'ordine, cittadini e sacerdoti. Palermo ha ucciso i migliori suoi figli. Dopo anni, la città è certamente cambiata, le tante morti e stragi che hanno violentato Palermo, hanno contribuito alla sua rinascita, a quella che molti hanno definito la Primavera di Palermo.
Oggi come da 20 anni, l'Associazione Libera, ha organizzato la giornata della Memoria di tutte le vittime delle Mafie. Quest'anno la città scelta è stata Messina, e quest'anno sono andato, da consigliere comunale, delegato dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Ho indossato la fascia tricolore, carico di emozione e responsabilità, cosciente che rappresentavo una città, con la sua storia, che ha sofferto e combattuto il potere mafioso.
Oggi certamente la Mafia non governa più Palermo, lo straordinario lavoro della magistratura, l'instancabile intervento delle forze dell'ordine, hanno permesso di ridimensionare la mafia a Palermo.
Ma i tanti testimoni, le tante vittime, ci hanno insegnato che non può bastare la repressione. Se vogliamo che la liberazione sia davvero completa, se vogliamo impedire qualsiasi passo indietro, ognuno di noi deve essere cosciente che il proprio impegno è fondamentale, per consolidare un processo culturale che riguarda tutta la comunità.
Per questo condivido il messaggio di Libera, accostando alla parola MEMORIA, la parola IMPEGNO. Non può esistere memoria, non possiamo dire che onoriamo le nostre vittime, senza un impegno reale e concreto.
E se stamattina il centro di Messina era pieno di decine di migliaia di giovani, se oggi la nostra città non è più governata dalla Mafia, se oggi, il Presidente della Repubblica si chiama Sergio Mattarella, lo dobbiamo all'impegno di chi ci ricorda che ogni giorno deve essere la nostra primavera, il risveglio del nostro impegno collettivo contro il freddo egoismo.
Grazie a Leoluca Orlando, che delegandomi mi ha consentito questa emozionante esperienza, grazie a don Luigi Ciotti, che con Libera, ci permette di onorare e ricordare la nostra storia.
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