L’11 maggio ricorre il 404° anniversario della morte di padre Matteo Ricci [2], il gesuita maceratese considerato non solo il pioniere della cristianità in Cina ma anche il fondatore della moderna sinologia oltre che raffinato studioso di discipline scientifiche e letterarie.
Le iniziative ed il lavoro di studiosi e istituzioni, tra cui il Comune, che diedero vita agli
ormai disciolti Comitato per le celebrazioni ricciane e Istituto Ricci per diffondere l’opera e l’azione ricciana, non si sono fermati dopo le celebrazioni del IV centenario della morte di Ricci, quando fu realizzata una grossa operazione culturale con l'obiettivo di promuovere e valorizzare la figura del gesuita maceratese, definendo i tratti di questo personaggio attraverso una serie di eventi di alto contenuto scientifico e divulgativo.
Tra questi, la traduzione e pubblicazione dell’Opera Omnia ricciana che vede oggi un ulteriore prestigioso volume.
Si tratta de La cartografia di Matteo Ricci, a cura di Filippo Mignini [3], edito dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato [4]nella serie “Libreria dello Stato”, che sarà presentato in autunno con una giornata di studio dedicata alla cartografia e al progetto delle opere ricciane.
Il volume è di grande formato (cm 41x31, pp. XXXVI-265) e contiene 148 immagini, di cui 85 a colori alcune a pagina intera e mezza pagina, con 36 tavole (oltre a una tavola di sintesi) a tutta pagina di riproduzione in cinese e traduzione italiana a fronte dell’edizione Pechino 1602, del mappamondo ricciano (esemplare della Biblioteca Apostolica Vaticana).
Pubblicato nella prestigiosa serie della Libreria dello Stato (IPZS), La cartografia di Matteo Ricci è il quinto volume della prevista collana delle Opere di Matteo Ricci, programmate in occasione delle celebrazioni ricciane, a cui sta per seguire il sesto (Mnemotecnica occidentale) presso l’editore Quodlibet. L’opera, frutto di sei anni di lavoro, si avvale della collaborazione di dodici studiosi italiani e stranieri, esperti di storia della cartografia e specialisti di fonti ricciane.
Si divide in cinque parti. L’introduzione generale, in cui l’autore ricostruisce la storia della cartografia ricciana, la formazione cartografica di Ricci, i documenti relativi all’attività cartografica emergenti dall’opera del gesuita maceratese e presenta una interpretazione complessiva del mappamondo ricciano, come “vera espressione del libro del Cielo e della Terra”. “La cartografia – afferma il prof. Mignini - era divenuta, negli intenti di Ricci e nella pratica effettiva, il principale strumento per l’introduzione del Cristianesimo in Cina”.
«Ricci – scrive l’autore nell’introduzione - non nasconde mai che l’enorme diffusione della carta ne fece lo strumento di gran lunga più importante ed efficace nella strategia di “autorizzazione”, ossia di acquisizione di credito e autorità presso il mondo dei confuciani, di sfaldamento dei pregiudizi cinesi nei confronti degli stranieri, e nella dimostrazione della tesi secondo cui in Oriente e in Occidente l’umanità è guidata da una sostanziale unità di “spirito e di principi”, come scrive Li Zhizao [5] nella sua prefazione. Tesi, queste, centrali, nella strategia comunicativa ed evangelizzatrice di Ricci».
La seconda parte del volume è costituita da otto saggi che fanno il punto sulle conoscenze attuali intorno alla cartografia ricciana. Sono di John Day, Francisco Roque de Oliveira, Giorgio Mangani, Maria Antonietta Conti, Huang Shijian e Gong Yingyan tradotti da Paolo De Troia, Angelo Cattaneo, Hiro’o Aoyama e Lim Jongtae.
Il volume presenta una riproduzione dell’originale cinese e traduzione italiana a fronte, con annotazione analitica, del mappamondo 1602, a cura di Huang Ping e Filippo Mignini: una nuova traduzione dal cinese, del mappamondo ricciano, già pubblicato da P. D’Elia nel 1938.
Tre Appendici propongono documenti inediti e rari riguardanti la prima circolazione della cartografia ricciana in Cina, evidenziando il ruolo avuto da alcuni intellettuali cinesi, tra i quali Qu Taisu e Feng Yingjing. Bibliografia, indice dei toponimi e indice dei nomi completano il prestigioso volume.
Riguardo al significato umanistico della cartografia ricciana, Mignini conclude nella sua introduzione: «Non sembra esservi alcun dubbio che anche l’opera cartografica, come quella complessiva di Ricci, si ponesse l’obiettivo di affermare la sostanziale uguaglianza e pari dignità di tutti gli uomini in qualsiasi parte del mondo. Se la sua carta si propone espressamente di combattere il sinocentrismo, al tempo stesso, di fatto, critica il parallelo e simultaneo eurocentrismo, intenta a esprimere la perfetta equidistanza di tutti gli uomini dal centro della loro esistenza, come quella dei punti sulla superficie della sfera rispetto al centro di essa. […] Per questa ragione di equidistanza geometrica, fondata sul modello aristotelico-tolemaico del mondo, di tutti gli uomini dal Cielo e dal Signore del Cielo, e quindi per la loro ontologica e cosmologica uguaglianza e pari dignità, Ricci può concludere la Prefazione all’edizione1602 con questa frase sublime, dedicando il mappamondo a tutti gli uomini: “Desidero indegnamente [offrire] questa carta a tutti coloro che, sopra, portano su di sé il Cielo sovrano e, sotto, premono i sandali sull’augusta Terra” (4C). L’uomo che per i prefatori cinesi della carta si era spinto così lontano nella conoscenza del Cielo e della Terra, da poter essere considerato un perfetto confuciano, denominazione che talvolta Ricci stesso si era attribuito, abbandona qui ogni distinzione e divisione, per abbracciare l’orizzonte di una semplice e universale umanità».
Il volume della Cartografia è disponibile presso la Libreria dello Stato. (ap)
Source URL: http://test.casaitaliananyu.org/magazine/focus-in-italiano/arte-e-cultura/article/un-nuovo-prestigioso-volume-con-la-cartografia-di
Links
[1] http://test.casaitaliananyu.org/files/mappamondoriccianoconok1399942028jpg
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Matteo_Ricci
[3] http://docenti.unimc.it/docenti/filippo-mignini
[4] http://www.ipzs.it/ext/index.html
[5] https://www.lib.umn.edu/bell/riccimap