Niccolò Fabi è un artista completo: cantante, musicista, poeta. Forse è proprio la fusione di questi elementi a renderlo così unico nel suo genere musicale. Se poi, oltre a queste succitate caratteristiche, ci si aggiunge anche la semplicità e la solarità è facile comprendere il segreto di un successo che dura ormai da più di 15 anni.
Arrivata al locale dove il cantautore dovrà esibirsi, lo scorgo sul palco che si diverte e scherza con la sua band durante il sound check ed accoglie i fans con entusiasmo e simpatia. Subito mi sento a mio agio e dimentico che l’interlocutore che mi sta accanto è un noto personaggio pubblico. Quando gli chiedo cosa l’avesse spinto ad intraprendere un percorso musicale con la usa laurea in filologia romanza con il massimo dei voti, mi corregge sorridendo che non ha ottenuto la lode. Poi aggiunge che lo studio gli ha permesso di soddisfare tante curiosità e gli ha dato la possibilità di riuscire ad esprimersi scrivendo i testi delle canzoni poichè “non si può scrivere di note”.
Dopo il successo del tuo primo singolo “Dica”, vinci nel ’97 il premio della critica di Sanremo con la canzone “Capelli”, mi racconti la tua esperienza Sanremese?
Con Sanremo mi sono imbattuto nel mondo della televisione, non della musica perchè quello lo conoscevo già da anni. Da quel momento non ero più noto soltanto a chi ascolta i dischi, ma anche agli utenti della TV. Questo ha cambiato parecchio la mia quotidianità ed è stato un po’ traumatico per un timido come me il passaggio esistenziale dall’essere uno che suona e basta all’essere uno che viene riconosciuto mentre cammina per strada.
Hai collaborato con artisti del calibro di Mina, Fiorella Mannoia, Max Gazzè, Daniele Silvestri, ma anche con musicisti internazionali come Jorge Drexler e Jarabe de Palo. Cosa ti hanno lasciato tutte queste partecipazioni?
E’curioso vedere come tutti i cantanti, pur avendo a che fare con le stesse cose, parlando tecnicamente di canzoni fatte di strofe, di ritornelli, di strumenti che suonano, di parole dette, hanno un modo proprio di vivere la musica. Per questo motivo cantare le stesse canzoni può cambiare a seconda dell’interpretazione, della voce, dell’intensità e della musicalità. Queste collaborazioni mi hanno aiutato a cogliere le sfumature di questi cambiamenti.
Ma Niccolò Fabi non è solo un cantautore di successo. Da sempre mette a disposizione la sua vena artistica nel sociale:nel 2007 partecipa al Progetto per il Darfur in Sudan, come testimonial del Salam International Hospital di Emergency, organizzando numerosi concerti.
Nel 2009 registra, insieme ad altri 55 artisti italiani, il brano Domani 21/04.09, scritta da Mauro Pagani in favore della ricostruzione del conservatorio Alfredo Casella e della sede del Teatro Stabile d'Abruzzo de L'Aquila. Nel 2010 vince il premio Zamenhof per aver dato voce, attraverso la suamusica, all’Africa realizzando spettacoli per costruire 20 scuole in Sudan e un nuovo ospedale pediatrico in Angola. Di recente è stato invitato dal Presidente del Senato Pietro Grasso a partecipare alla giornata di commemorazione della strage di Capaci, dove si esibisce sotto “l’albero di Falcone”, sostenendo il suo No alla Mafia. Di quella giornata il cantautore ricorda il senso forte di fratellanza e solidarietà “essere musicista in quel contesto ha significato dare un senso collettivo alle parole che spesso nascono per descrivere storie personali”.
“Ecco” è il titolo scelto per il settimo ed album di Niccolò Fabi. Un lavoro discografico nato dal sunto di forti sentimenti ed emozioni, da alcune tracce si evince una gioia smisurata ma allo stesso anche il timore di poterla perdere inaspettatamente. Molte sue canzoni sono poesie intrise di spunti di riflessione nei confronti di una società sempre più indifferente, illusa e disillusa. Dalle sue parole scaturiscono dialoghi con le persone, con la natura, con se stessi, topos letterario accostabile a quello del famoso poeta Eugenio Montale.
Parliamo del tuo nuovo lavoro discografico “Ecco”: nel tuo singolo “Una buona idea” parli di un’ “Italia che è sparita” e con lei i valori costituzionali della democrazia e dell’uguaglianza.
Cosa intendi per una buona idea?
Una buona idea è soprattutto un’idea relizzabile e realizzata perchè c’è un periodo della della vita in cui può essere sufficiente avere dei buoni progetti, però ce n’è un altro in cui è fondamentale concretizzarli. Un progetto solo raccontato rischia di rimanere un desiderio, un ideale. La realizzazione ha un’importanza fondamentale.
Nel tuo nuovo album c’è una canzone che mi ha molto colpito, s’intitola “Indipendente”. Nel testo è descritta un’indipendenza dai rapporti affettivi, dal denaro e da genitori ingerenti, ma lasci un quesito irrisolto: è davvero felice chi è indipendente da tutto?
C’è una dimensione in cui l’indipendenza è autodeterminazione e libertà di scegliere ciò che è più vicino alla propria natura. Fin a quando è in questi termini è indispensabile per la felicità, oltre una certa soglia diventa un’incapacità di relazionarsi con gli altri, dimenticando che gli altri possono essere una grande fonte d’ispirazione e di crescita, non una limitazione.
Il cantante ci saluta e ci promette che ci verrà a trovare a New York.
Durante concerto il pubblico assiste assorto, emozionato e divertito, possiamo chiaramente udire un'unica voce che si leva ad ogni strofa di vecchi e nuovi successi. Poi arriva il momento da tutti atteso, già dalle prime note la platea comprende di che canzone si tratti: Costruire. “.....ma tra la partenza e il traguardo nel mezzo c'è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire e costruire è potere e sapere rinunciare alla perfezione.....” Costruire un rapporto, un progetto di vita, un viaggio, essere consapevoli di poter andare incontro a delusioni, ostacoli, molteplici difficoltà. E’ sicuramente una canzone che porta con sé un pò di nostalgia, ma spesso, soprattutto nell'arte, sono le cose tristi ad essere le più autentiche, poichè riescono a scalfire l’animo. Ma la dote di Niccolò Fabi è proprio questa: arrivare al cuore della gente senza risultare mai banale e condividere sentimenti e spunti di riflessione con il suo pubblico.
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