Occhiali neri, sorriso stampato ed emozione sul volto di Biagio Antonacci [2], ospite d’eccezione dell’incontro tenutosi presso la Casa Italiana Zerilli Marimò [3] della NYU, presieduto dal suo direttore Stefano Albertini e dall’Editor in Chief di I-Italy, Letizia Airos.
Per la prima volta sul palco newyorkese all' Highline Ballroom [4], che lo ha visto protagonista di due fortunate date nelle giornate di lunedi e martedi, il “ragazzo” di Milano scherza e gioca con il pubblico della sala dell’auditorium della Casa Italiana. Pubblico che conosce e ama Biagio Antonacci: “ Da Udine a New York solo per te”, recita il cartellone di una fan seduta tra le prile file, mentre in fondo altre ragazze mostrano orgogliose la famosa “piccante” copertina di Vanity Fair per la quale Biagio posò (quasi) come mamma l’ha fatto, coperto dal suo cd.
“I’m sorry, but I don’t speak english!”, esordisce giustificandosi della presenza di un interprete al suo fianco e facendo scoppiare il pubblico in una fragorosa risata. Ed è proprio cosi, tra risate e confessioni strappate anche grazie alle incalzanti e mirate domande della Airos, che prende forma questa conversazione con il grande cantautore italiano.
Biagio Antonacci è abituato all’energia e al trasporto del grande pubblico dei suoi concerti, ma non ci nasconde in questa occasione come fosse emozionato prima di salire nel palco della sua prima data a New York. Emozione dettata dal confrontarsi con un pubblico nuovo, ci spiega, ma che gli ha regalato entusiasmo e grinta per la sua seconda esibizione.
Ma chi è realmente Biagio Antonacci. Il “ragazzo”, come lo ha definito il Direttore di i-Italy, torna indietro alla sua infanzia quando la Airos chiede di descriversi.
“La mia vita è sempre stata dedicata alla musica, questo grande sogno che avevo da bambino. Ed un ragazzo che ha un sogno, è un ragazzo fortunato. Avere un sogno da bambini è un grande regalo. I sogni vanno poi alimentati, seguiti. Sono diventato uomo con la musica. Sono diventato un cantautore. Vivo le cose che scrivo e quindi canto cio’ che mi accade in prima persona. Il cantautore e’ colui che prima vive e poi scrive. Io sono un cantautore”.
Il pubblico della Casa Italiana rimane con gli occhi incollati su Biagio quando ancora la Airos, avida di mettere a nudo il cantante milanese, lo interroga circa l’origine della spiccata sensibilità dei suoi testi che lo mette in stretta connessione con il pubblico femminile. Biagio ama relazionarsi con le donne, mettersi a confronto con il loro profondo universo, ci spiega e trarne fuori parole e musica che in parte testimonino la sua ricerca. “Un’uomo aspetterà sempre una donna, sempre. Una donna futura, una donna del passato, la propria mamma, qualsiasi donna”. Non poteva offrire regalo migliore alle fan presenti in sala.
Chiaccherata tra amici alla NYU, intervellata dall’ascolto dei piu’ grandi brani di Antonacci e resa dinamica dalla liaison che riesce a creare con il suo pubblico. Ride e scherza Biagio, sicuramente il calore newyorkese è qualcosa di nuovo ed inaspettato per lui. Per questo “regular guy” che non smette mai di sognare.
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[4] http://highlineballroom.com/