Ci sono voluti anni di preparativi per il progetto che porta Mediaset al lancio del suo canale internazionale con trasmissioni selezionate tra Canale 5, Rete 4 e Italia1.
Si chiama
Mediaset Italia [2]e lo ha presentato il direttore del settore vendite internazionale di Rti Spa, parte del gruppo Fininvest (società fondata da Silvio Berlusconi), Patricio Teubal, a New York in una colazione di lavoro riservata alla stampa e alle maggiori organizzazioni italo-americane.
Insieme al responsabile di Mediaset nel ristorante “Marea”, su Central Park South, era presente Scott Wheeler, vice presidente di International Media Distribution(Imd), societá specializzata nella distribuzione di canali etnici negli Usa.
Si sa, si stimano 60 milioni di possibili utenti di un canale di lingua italiana in tutto il mondo, quello che certo stupisce è perchè solo ora Mediaset abbia deciso di scendere nell’arena.
Ma abbiamo cercato di saperne di più da Patricio Teubal. Che tipo di televisione porteranno?
“Siamo convinti che non solo qui, ma in tutto il mondo ci sia ancora spazio. – ci dice il responsabile di Mediaset - Noi abbiamo il 40% dello share Italiano fra Canale Cinque, Italaino Uno e Retequattro. Così, prendendo i migliori programmi di quel 40%, verosimilmente noi stiamo portando Il 50% della televisione che oggi si guarda in Italia. Dunque chi vuole vedere televisione italiana dovrà vedere il nostro canale."
Cosa vuol dire i 'migliori programmi'?
“Avrà un pò di intrattenimento, un pò di news, un pò di fiction. Inoltre abbiamo preso i diritti di Coppa Italia. Avremo anche un programma tutte le domeniche con le partite del calcio.”
In base a quail criteri li sceglierete?
“Non so rispondere perchè c’è un dipartimento editoriale che farà la scelta. Però verosimilmente questa sarà basata su lo share, il rating che hanno in Italia i diversi programmi nelle tre reti. Terremo poi in considerazione il target al quale noi ci stiamo rivolgendo all’estero. Sicuramente è molto difficile fare un una programmazione che vada bene a tutti. Ci saranno dei compromessi. Cerchermo di fare la scelta migliore per la maggior parte dell' audience.”
Ci sarà una redazione ad hoc a Roma, o altrove in Italia?
“Per ora no. Utilizzeremo la programmazione già esistente”
E’ nei vostri piani una redazione locale qui? La comunità lamenta spesso la scarsa attenzione per gli italiani che vivono in America.
“Per ora no, il canale è un canale che andrà in onda in tutto il mondo in contemporanea. E’ la stessa programmazione per tutti gli Italiani all’estero.
Quello di realizzare produzioni all’estero sarà un secondo passo.
E cominceremo probabilmente con gli Sati Uniti.”
Molti qui (soprattutto giovani) vorrebbero vedere la televisione italiana ma non parlano la lingua. E’ prevista una sottitolazione?
“E’ nei nostri piani, ma in un secondo momento.”
Cosa ci sarà in sostanza di diverso rispetto dal palinsesto Rai?
“Manderemo li 98% del palinsesto della settimana prima. La rai ha un palinsesto con qualche programma della settimana, ma spesso usa tanti programmi vecchi. Il nostro è più commerciale, il loro è più educativo-culturale. Noi vogliamo far vedere a gli italiani nel mondo quello che gli italiani oggi vedono in Italia.”
Quali sono le vostre aspettative?
“In questo caso c’e un obiettivo prima di tutto, quello di far arrivare il nosto contenuto a tutti gli italiani all’estero. C’e’ un investimento nell’immagine, ma anche nella soddisfazione di poter servire questa fascia di italiani che in passato non potevano vedere la televisione dall’estero.”